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LA TALPA
(TINKER, TAYLOR, SOLDIER, SPY)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 24 gennaio 2012
 
di Tomas Alfredson, con Gary Oldman, Colin Firth, John Hurt, Kathy Burke, Toby Jones (Gran Bretagna - Germania, 2011)
 
Eccolo, l'anti James Bond. Ecco il lato oscuro di quella “spy story” degli Anni Settanta che ha rappresentato uno dei momenti di maggior successo del cinema del dopoguerra. Lo svedese Tom Alfredson (un ottimo precedente, la poesia del falso film di vampiri LASCIAMI ENTRARE- LET THE RIGHT ONE IN) ritorna sul capolavoro di John Le Carré, riprende il filo della celebre serie televisiva inglese con Alec Guinness diretta nel 1979 da John Irvin, dirige un prodigioso, incredibilmente introverso e a controtendenza Gary Oldman nelle vesti mitiche dell'agente George Smiley, e rovescia l'immagine glamour dei 007 spregiudicati e sexy cari da Sean Connery in poi.

Quella di Smiley, come di tanti eroi della letteratura giallo-spionistica, è la vicenda tipica dell'agente messo prematuramente a riposo da capi poco lungimiranti, ma richiamato in servizio quando si tratta di risolvere un caso indecifrabile. Le Carré, nel celebre romanzo omonimo uscito nel 74, la traduceva nella ricerca di una talpa, l'infiltrato misterioso che tradisce da tempo i servizi segreti di Sua Maestà in quegli anni di guerra fredda.

Coraggiosamente, gli autori del film non rinunciano a rispettare la struttura densa di rinvii temporali e spaziali del vasto materiale letterario: e nemmeno a concentrarsi sull'intimità dei personaggi, sull'ambiguità delle situazioni proprie del genere. Ne nasce un film con poche sequenze d'azione d'uso, lento, ma di una lentezza che permette la profondità d'indagine creata da interpretazioni formidabili. Da uno sguardo della regia sovrano, splendidamente controllato e creativo; un'immersione negli ambienti cosi raffinata (nelle tonalità cromatiche, l'analisi significativa degli spazi, l'uso spregiudicato del montaggio) da sfiorare l'elegante compiacimento. E' una progressione non sempre evidente, come filmata da uno Scorsese sotto acido: ma che ci risucchia in un avvincente, sontuoso mosaico labirintico finito a pezzi.


   Il film in Internet (Google)

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